CAMPIDOGLIO. MITO, MEMORIA, ARCHEOLOGIA.
Rari documenti d’archivio, dipinti, incisioni, sculture e inediti reperti archeologici per narrare le trasformazioni urbanistiche del Campidoglio, cuore religioso e civile di Roma antica, da dove William Turner dipinse
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CAMPIDOGLIO. MITO, MEMORIA, ARCHEOLOGIA.

Nessun luogo a Roma, forse, raccoglie in sé un insieme di suggestioni, storie e leggende pari al Campidoglio. Uno degli artisti più celebri ad averne subito il fascino fu William Turner che nel 1839, circa 10 anni dopo il suo ultimo viaggio a Roma, dipinse “Modern Rome – Campo Vaccino” rappresentando la città eterna immersa in un velo di memoria, tra chiese barocche e antiche rovine che si dissolvono in una luce crescente generata dal tramonto. Un’opera di grande suggestione che sarà esposta per la prima volta a Roma grazie ad un importante prestito del Getty Museum e che sarà il punto di partenza della mostra “Campidoglio. Mito, memoria, archeologia” ospitata dai Musei Capitolini dal 1 marzo al 19 giugno 2016.

Modern Rome. Campo vaccino, J. M. W. Turner, 1839 – J. Paul Getty Museum, Los Angeles

Per raccontare le trasformazioni del tessuto urbano del Colle, accanto all’opera di Turner sono esposti tre plastici del Campidoglio, recentemente recuperati e poco noti al grande pubblico, un ricco apparato scientifico-documentario e diverse opere precedenti e contemporanee a quella di Turner.

I Caffarelli e le loro proprietà sul Campidoglio
Fin dal Medio Evo i Caffarelli rivestirono le più alte cariche dell’amministrazione civile.
Ottenuta la conferma delle proprietà sul Campidogio che la famiglia aveva acquisito grazie ad accordi e permute con le autorità capitoline, fu edificato, attorno al 1562, il primo nucleo del palazzo. Successivamente ampliato fino alla metà del XVII secolo. Il complesso delle proprietà Caffarelli occuperà tutta la spianata del colle fino al bordo superiore della Rupe Tarpea, con giardini, orti, case e negozi poi concessi in affitto, ed alcuni ambienti di servizio quali il Granaro e le Scuderie vecchie.
La volta decorata dello scalone
Sede dell’ambasciata prussiana dal 1817 fino all’inizio della prima guerra mondiale, palazzo Caffarelli fu drasticamente demolito nel 1919. Sull’onda del nazionalismo postbellico lo Stato italiano scelse di cancellare la memoria della presenza tedesca in Italia, con il pretesto degli scavi dei sottostanti resti del Tempio di Giove Ottimo Massimo. Del secolare palazzo sopravvivono alcuni frammenti di affresco distaccati da una volta dello scalone principale e confluiti, nel 1930, nelle raccolte del Museo di Roma. Grazie a una fotografia e alle fonti documentarie, sappiamo che i quattordici elementi facevano parte di un insieme con motivi a grottesca, paesaggi e i ritratti di Carlo V, Filippo II e lo stesso Ascanio Caffarelli, probabilmente dipinte poco dopo la costruzione dello scalone, nel 1606, le pitture celebravano il forte legame della famiglia con gli Asburgo e riflettono un gusto tardocinquecentesco.

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Volta di Palazzo Caffarelli Prima della demolizione degli anni ’30. Dipinti murari tondo con testa femminile e figura allegorica.

L’isolamento del Campidoglio
L’isolamento del Colle Capitolino liberò le pendici del Campidoglio dalle stratificazioni di edifici che nei secoli vi si erano addossati e creò il primo tratto della strada diretta a sud verso il mare. Negli anni dal 1924 al 1940 si svolsero a Roma imponenti lavori di sventramento e demolizione intorno alle aree archeologiche del centro storico, stabiliti dalla politica urbanistica dell’epoca fascista, e definiti nel Piano Regolatore edilizio del 1931. Per registrare questi lavori la Ripartizione X Antichità e Belle Arti del Governatorato di Roma commissionò a fotografi professionisti una grande campagna fotografica, oggi conservata all’Archivio Fotografico del Museo di Roma.
Le fotografie testimoniano la lunga serie di trasformazioni subite dalla città, che modificarono radicalmente l’impianto urbanistico delle zone interessate. Il compito di raccontare i lavori di demolizione secondo criteri illustrativi fu invece affidato a pittori e disegnatori, le cui opere soddisfacevano la sensibilità estetica dell’epoca, con una precisa politica di committenza e acquisizione da parte del Governatorato.

Il Tempio di Giove
Realizzato sul finire del VI secolo a.C. dai re Tarquini sulla vetta più alta del Campidoglio, e vissuto ininterrottamente fino alla fine dell’età imperiale quale personificazione stessa della sacra grandezza di Roma. Perdutasi la memoria archeologica durante il Medioevo, dal XVI secolo il tempio è stato uno degli edifici più dibattuti dagli studiosi di antichità: collocato dalla maggior parte di questi sul sito della chiesa dell’Aracoeli. Solo a partire dalla metà del XIX secolo, grazie ai ritrovamenti nelle proprietà Caffarelli, si poté comprendere la sua esatta posizione.
Anche le colossali dimensioni del tempio furono oggetto di vivace dibattito, poiché ad una fondazione così vasta avrebbe dovuto corrispondere un alzato di tale mole da creare notevoli problemi statici.

Pianta del Tempio di Giove Capitolino – Arch. Giuseppe Gatteschi
Archivio Storico disegni Centrale Montemartini

Il deposito di terrecotte del tempio di Giove Capitolino

11Lo scarico di tegole e terrecotte architettoniche rinvenuto nel Giardino Tarpeo è stato gettato tra la fine del III e la prima metà del II secolo a.C. per rialzare il piano di calpestio dell’Area Capitolina, la piazza che si apriva davanti il Tempio di Giove Capitolino. Il ritrovamento riveste una particolare importanza poiché finora non si conosceva quasi nulla dell’elevato del tempio. Il deposito, costituito da oltre un migliaio di frammenti, ha consentito di ricostruire quasi per intero lo schema del sistema decorativo più antico, che divenne, nella sua originalità e per il suo prestigio, un modello per i monumenti successive.

CREDITS
“Comunicato stampa Il Campidoglio” Musei in Comune Roma Musei Capitolini link
“Sezioni Mostra” Musei in Comune Roma Musei Capitolini link
“Campidoglio” Wikipedia link

MUSEI CAPITOLINI

Mostra Campidoglio. Mito, memoria, archeologia.

Dal 1° marzo al 19 giugno 2016
Aperta tutti i giorni dale 9.30 alle 19.30. La biglietteria chiude un’ora prima.

sito web ufficiale
biglietteria on line

Lastra con dedica a Caelestis triumphalis
Musei Capitolini